A Bari in questi giorni, presso il Museo Civico Bari ci sono le foto di Leo Matiz che ritraggono Frida Kahlo a metà degli anni ’40 circa. In più ci sono le foto del fotografo colombiano realizzate a Aracataca.
È una mostra bellissima, perché in gran parte di quelle foto si svela la malinconia del dolore. Frida viene guardata quasi sempre negli occhi, molte foto vengono tagliate a metà dall’ombra che suddivide la pittrice giunta a maturità, negli anni in cui il suo nome si slega da quello di Diego Rivera e inizia a farsi conoscere dal pubblico.
Con grande capacità fotografica Leo Matiz coglie questa suddivisione, coglie il passato scuro e il presente luminoso, coglie il dolore e la speranza, coglie la paura e l’erotismo. Gli occhi di Frida contengono tutto questo, ma non solo. In molte foto della casa azul dove Frida non c’è, spuntano gli oggetti del suo dolore, una sedia a rotelle, delle ombre, delle sensazioni. Tutto questo rende il talento di un fotografo.
Ma le foto che ho amato di più di questa mostra sono quelle in cui Frida è ritratta sull’erba, stesa, sorridente. Lì dove c’è la gioia si riflette ancora più pesante il dolore del passato, tanto più ha sofferto, tanto più quella gioia è intensa, forte, deflagrante.
Non resta che specchiarsi in quelle foto e ringraziare il museo civico di Bari per aver organizzato questa esposizione (parentesi fondamentale, le foto in terrazza hanno una ulteriore bellezza se viste durante il tramonto).
Andateci, merita.
ps. La mostra era visitata anche da stranieri. Questa mostra e Man Ray a Conversano, iniziano a far respirare un’aria nuova da queste parti.