Leggere notizie come queste, fa sempre molto male. Ecco perché torno spesso, appena posso, sul tema degli animali. Non ne scrivo dal punto di vista scientifico, ma da quello filosofico. Perché puoi dimostrare scientificamente in tutti i modi che non c’è differenza di sofferenza tra gli animali e gli uomini, ma è una cosa che bisogna sentire, oltre che capire. Ne scrissi su Alfabeta2 tempo fa (qui il link). Ne ho scritto su HuffPost Italia in più circostanze attraverso vari libri (questa è una)
E soprattutto ne ho scritto su Finzioni Magazine qualche giorno fa (e spero di tornare a farlo prestissimo):
Gli animali sono una parte fondamentale del rapporto che abbiamo con l’ecosistema che ci circonda. Potrei parlare con la stessa intensità di alberi o di clima (c’è chi lo fa benissimo, meglio di me).
Parlare di sofferenza animale, significa parlare di come arriva il cibo nel nostro piatto (tutto, anche quello vegetale, perché i prezzi del mais e della soia, ad esempio, sono legati anche alla trasformazione in cibo per animali. Dallo zucchero del mais ci fanno moltissimo fruttosio, che è in moltissimi cibi preparati, ecc ecc). Parlare di sofferenza animale significa parlare di antibiotici e della resistenza che stanno creando sull’uomo. Parlare di animali significa parlare di noi, delle religioni, di cosa siamo da sempre.
Difendete gli animali, anche come mero atto egoistico.