L’élite culturale e i dati di lettura sul 2017

Ogni anno penso di scrivere un pezzo su Huffpost o da qualche altra parte su questi dati di lettura, che ogni anno si confermano, diminuendo di pochi punti percentuale.

Poi mi dico che alla fine in puglia legge il 27% scarso della popolazione. Ci sono regioni nelle quali legge il 50% circa. Scrivere e voler promuovere cultura qui significa avere molti più interlocutori fuori dalla regione e dalla città in cui vivi.

Alcuni per questi dati si arrabbiano, altri vorrebbero cambiarli e poi finiscono impotenti davanti al fatto che a quelle persone non gliene frega niente di leggere un libro.

Alla fine, ogni anno, quando leggo questi dati penso anche io quelle cose, ma dopo pochi secondi, riflettendoci su, mi accorgo che tantissimi dei musicisti che ascolto, degli aspiranti scrittori, dei giornalisti che leggo, degli aspiranti fotografi, non leggono i libri, non so bene il perché, forse si annoiano, ma sono loro i primi a doverlo fare, anche perché si vede, quando suonate un pezzo dicendo cose che credete siano rivoluzionarie o estremamente poetiche, si vede che non sapete niente di poesia, che quelle cose sono già state dette e pensate nell’800. Se usate slogan fascisti pensando di essere di sinistra, si vede che non sapete che state dicendo. Se scrivete recensioni senza leggere i libri, si vede. Si vede che volete scrivere senza essere grandi lettori.

Si vede tutto e l’hanno visto anche quelli che vogliono solo fare i lettori, hanno visto tutto e hanno smesso di fidarsi di voi e dei libri che scrivete, delle canzoni che cantate, degli articoli che pubblicate e delle foto che scattate.

E quindi alla fine credo che quel 27% sia colpa della classe culturale di questa regione (ovviamente, non c’è nemmeno bisogno di specificarlo, non tutta). Gli altri l’80% ha preferito guardare serie tv (di qualità superiore, studiate e scritte con cura), andare a cinema per intrattenersi o semplicemente uscire con gli amici e ubriacarsi, pensando siano cose alternative alla lettura. Non lo sono. Leggere non è noioso, leggere i promessi sposi a scuola è noioso.

Una soluzione: Inoltre penso che i festival andrebbero sistematicizzati, dovrebbero diventare presidi culturali fissi che confluiscono nel festival. Servono luoghi fisici attivi sempre. E soprattutto serve capire che tutte le soluzioni sino a qui praticate, non hanno funzionato, quindi forse sarebbe il caso di provare nuove strade.

EDIT: Mi è stato fatto notare che i prezzi di copertina dei libri sono alti.

Penso non sia necessario leggere per forza prime edizioni, si possono leggere 3 o 4 libri all’anno anche in edizione economica. Questo, in ogni caso, non avviene.

Poi si può ragionare sul fatto che i libri costino tanto, ma è una questione che riguarda la distribuzione in italia, ci sono case editrici che stanno facendo scelte differenti (vedi edizioni sur) e librerie che lavorano con altri meccanismi (vedi @SPINE Temporary Small Press Bookstore, ma non credo sia la sola in italia).

Edizioni E/O ad esempio ha scritto di recente un comunicato in cui dichiara la rinuncia al mercato Amazon per questioni etiche e di diritti del lavoro.

La questione del prezzo di copertina è molto complessa. In ogni caso ritengo si possano leggere libri di grande qualità anche a prezzi contenuti. Se c’è la volontà di leggere.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *