Spesso mi chiedo quale sia il modo migliore per raccontare un libro, per far capire alle persone che leggono i post e si fidano dei miei consigli, che è un libro che vale la pena leggere. A volte servono delle motivazioni tecniche, filosofiche, altre volte, come in questo caso, un libro arriva in maniera non razionale, sembra che ci sia qualcosa, anche nello stile, di più forte dell’analisi tecnico/filosofica.
Allora ho rivoltato le motivazioni di Helena Janeczek e le usate per raccontare quello che di questo libro mi è arrivato. Per una volta ho messo da parte le questioni meramente filosofiche, le analisi sullo stile fotografico di Gerda Taro o di Robert Capa, del contesto storico che comunque viene raccontato molto bene e persino la questione stilistica (che anche meriterebbe un discorso approfondito). Ho trovato il racconto di una donna libera, di una tale libertà che ti lascia addosso un senso di bellezza ancora troppo raro.
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